È quasi una sentenza, prima o poi tutti ci passano direttamente o indirettamente: si deve vendere un immobile e bisogna decidere come agire!

Per prima cosa se ne parla coi confidenti, coi familiari, con gli amici che ci sono già passati e dopo mille peripezie hanno concluso l’affare. Loro sono stati più fortunati, hanno venduto prima di questa crisi e nel giro di qualche mese, ad un buon prezzo, si sono tolti il pensiero dalla testa.

Manco a dirlo tu sei più scarognato: il mercato è bloccato anche se si parla di lenta ripresa, ma devi monetizzare per realizzare quel nuovo sogno, una casa più grande con giardino per i bambini!

Come fare?

1 – “Mi arrangio!”

Dopotutto con internet si è connessi a migliaia di persone che potrebbero essere interessate al bene che si offre, i siti sono gratuiti e dove non arriva la rete arriverà il passaparola tra amici e conoscenti! Sistema che può funzionare, lo testimonia il fatto che più del 60% delle compravendite in Italia avviene tra privati. Ma in un periodo di ridotta domanda ed enorme offerta, occorre essere davvero bravi a valutare il prezzo di mercato al quale si lancerà il bene sulla piazza (attenzione, il prezzo di scambio e non il valore del bene: sono due concetti differenti tra i quali al giorno d’oggi c’è un gran divario). Allora ci si fa consigliare dall’amico, meglio se geometra o architetto, che di sicuro pur essendo esperto nel proprio lavoro, nulla ha a che fare con il commercio immobiliare e definisce prezzi teorici, spesso ben lontani dall’incontro con l‘attuale domanda. Inoltre, in cittadine piccole dove tutti si conoscono, come nel comune roncadese, le voci girano in positivo ma più velocemente in negativo (“È troppo cara”, “Che brutta zona”, “Troppo vecchia”, “Ma ha problemi”), sebbene il più delle volte siano totalmente infondate.

2 – “Mi arrangio, ma vado anche dalle agenzie”

Mantenendo per intero il punto 1, compresa la definizione del prezzo di vendita perché “Io so quanto vale ciò che vendo, e quanti soldi mi servono per comprare la nuova casa”, si aggiunge il fatto che il venditore passerà diverse serate nel dopo-lavoro a girare tra molteplici agenzie, con la convinzione che a più pesci si lanci l’amo più ci sia probabilità che qualcosa abbocchi! In questo caso ritengo che si commetta l’errore più grande: immaginate un immobile pubblicizzato da diverse agenzie immobiliari, alle quali si aggiunge la parola e pubblicità del privato. Dati discordanti, prezzo costantemente al ribasso perché le agenzie devono attirare i visitatori dei portali verso la loro offerta, potenziali acquirenti che nella maggior parte dei casi vedranno con diffidenza questi immobili, che vengono letteralmente lasciati in balia degli eventi. Nessuna pubblicità mirata, nessun investimento specifico, solo tanta confusione e la concreta possibilità che la vendita si dilunghi per molto e molto tempo.

3 – “Mi rivolgo ad un professionista”

In Italia c’è ancora diffidenza verso la categoria degli agenti immobiliari; non sono da biasimare i clienti, infatti negli anni di “vacche grasse” molti soggetti si sono improvvisati professionisti, creando non pochi problemi nel mercato. Allo stesso modo ancora oggi buona parte degli operatori sono abusivi (non iscritti in CCIAA), ed operano con l’apparente benestare del sistema ma lavorando nell’illegalità senza alcuna scusante.

In ogni modo, rivolgersi ad un agente immobiliare, ad uno solo nello specifico, può rappresentare l’unica valida alternativa ai punti 1 e 2.

A delle condizioni precise però:

  • Che l’A.I. sia regolarmente iscritto in CCIAA, con numero REA assegnato. Per un solo motivo, agire nella legalità! Altrimenti sarebbe come rivolgersi ad un commercialista che non è tale, ad un geometra non abilitato, ad un avvocato solo a parole: può andare bene, ma se le cose vanno male…
  • Che l’agenzia con cui ci si relazionerà collabori attivamente con altre. Tenete a mente che facendo riferimento ad un solo professionista, senza perdere tempo e pazienza girando la provincia, si avrà a disposizione la forza d’azione di altri agenti, solo se esiste una struttura di collaborazione ampia e ben impostata. Chiedete sempre all’A.I. dal quale andrete se collabora, è un vantaggio per voi e per il successo della vendita!
  • Che all’A.I. cui si decide di far riferimento, si riponga la giusta fiducia. È corretto ed importante pretendere informazioni, dettagli e notizie ma allo stesso tempo è necessario scegliere una persona di cui ci si fidi. Per avere tranquillità ma soprattutto per sfruttare appieno le conoscenze professionali di questo agente in particolar modo quando occorrerà definire il prezzo di vendita. L’A.I. lavora per vendere, fa l’interesse del venditore tanto quello dell’acquirente, non definisce il prezzo di mercato a caso ma lo fa con cognizione di causa. In molti casi fidarsi della persona giusta fa la differenza tra il successo e l’insuccesso dell’operazione!

Ci sarebbero tanti altri consigli da darvi, ma in particolar modo per il punto 3 penso di aver espresso i punti cardine di un rapporto proficuo con un professionista immobiliare: LEGALITÀ, COLLABORAZIONE e FIDUCIA. Da questa base poi, ogni altro fattore dipenderà: strategia di comunicazione e pubblicità, qualificazione dei potenziali acquirenti, modalità e frequenza delle visite all’immobile e quant’altro il venditore possa pretendere.

Ecco quindi alcuni consigli sulle strategie da adottare per vendere al meglio il vostro immobile. Le 3 possibilità indicate hanno i propri pro e contro, possono rivelarsi tutte valide o fallimentari. Ciò che conta è che siate attenti nel valutarle da principio (ricordo che i primi 15 giorni sono i più importanti per la promozione e la vendita di un immobile) e che evitiate di intraprenderle tutte una dietro l’altra, presi dal panico di concludere.

L’unica regola sicura per ottenere dei risultati è quella di essere costanti, fiduciosi e non perdere il focus dal vostro obiettivo: vendere!

A presto con un nuovo articolo,

Claudio Stefanini

Agente immobiliare a Roncade

 

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